Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Il nostro “Raptus”, dal mito greco al femminicidio»

Fonte: L'Unione Sarda
24 novembre 2017

PROSA. L'attrice Rossella Dassu e il regista Alessandro Lay raccontano lo spettacolo

 

 

 

 

R aptus, dal mito greco al femminicidio”. Non ha bisogno di commenti il titolo dello spettacolo che stasera alle 21 andrà in scena alla Vetreria di Pirri per la stagione di Cada Die Teatro. Data non casuale, il 24 novembre, perché coincide con la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza sulle donne. Rossella Dassu, attrice che si è formata con i Cada Die e opera a Bologna con la Compagnia Deicalciteatro, ha scritto il testo e ne è la protagonista .
Quale è il senso del vostro lavoro?
Una riflessione sul femminicidio, ma in senso lato. Ci interessano gli archetipi, le origini culturali di una concezione che considera la donna come un oggetto e una proprietà. Una convinzione difficile da sdradicare. Anche io ho avuto a che fare con i pregiudizi. C'è ancora molto da fare, anche sul fattore del linguaggio di genere. Il meccanismo linguistico è maschile, anche nei plurali. Raptus è ambientato in un'aula di tribunale in cui il coro racconta i fatti delittuosi e invita gli spettatori a giudicare. Ed è stato difficile trovare i vocaboli declinati al femminile, dare un suono alle voci. Per capire meglio, abbiamo attinto alle pagine di Omero, Ovidio, Apuleio, Pavese, Calasso. E in special modo alla Marguerite Yourcenar di “Fuochi” e di “Chi non ha il suo Minotauro?”
Alessandro Lay ha collaborato alla drammaturgia ed è il regista dell'atto unico.
Nella presentazione sottolineate che la parola “raptus” assolve il colpevole.
«Non siamo noi a dirlo, ma gli psichiatri e gli psicologi. E' un termine, intraducibile, che significa che un dio feroce si è impossessato di un essere umano. Dunque di un individuo preso da furia omicida e non responsabile delle sue azioni».
Si parla molto di questa strage silenziosa, ma i delitti non diminuiscono.
«Forse ora siamo più informati ma certo le statistiche indicano dei numeri in aumento . Dobbiamo affrontarlo lo stesso , questo argomento e lo faremo anche nell'incontro,“Fuori di se” previsto per domenica (dopo le replica alle 18) col coordinamento di Roberta Celot, responsabile Ansa Sardegna e vicecoordinatrice di Giulia » .
Quale è stato il punto più difficile da sviluppare?
«Il rapporto tra Orfeo ed Euridice. Orfeo non è un assassino, tecnicamente, ma il suo sguardo condanna a morte la sua sposa . Lei non è niente, è solo un'ombra».
Alessandra Menesini