POETTO. L'assessora comunale Ghirra conferma: «La competenza è soltanto dello Stato» Abusi al mare, paga la Regione Il senatore Cotti solleva il caso degli stabilimenti militari
Gli abusi edilizi in riva al mare hanno caratterizzato il Poetto per anni. Ci sono volute diverse tempeste giudiziarie per riportare alla legalità i chioschi, ma i concessionari dei baretti non sono stati gli unici ad allargarsi: nello stabilimento della Guardia di finanza c'erano diverse irregolarità rispetto al progetto autorizzato nella primavera del 1973. Le difformità sono emerse all'inizio del 2016, sono state demolite pochi mesi dopo ma, nonostante le aree su cui si trovano gli stabilimenti militari siano statali e gli abusi edilizi della Finanza, i soldi li ha messi la Regione.
L'INTERROGAZIONE La questione emerge solo ora con l'intervento del senatore M5S Roberto Cotti che prima di lasciare il suo seggio a Palazzo Madama ha chiesto di fare luce sulla questione con un'interrogazione rivolta ai ministri di Economia, Finanze, Interno e Ambiente.
Tra le sue domande al Governo uscente chiede, «fatto salvo l'operato della magistratura al riguardo, quali provvedimenti siano stati presi nei confronti degli autori degli abusi edilizi rilevati nello stabilimento balneare della Guardia di finanza». Sono diverse le irregolarità emerse quando è stato necessario effettuare lavori di manutenzione nello stabilimento delle Fiamme gialle: una tettoia all'ingresso, un gazebo di 155 metri quadri e altrettanti di pavimentazione con massetto e basamento in calcestruzzo, 31 metri di recinzione muraria, dieci cabine, un gioco per bambini, un box doccia, passerelle di legno e due fosse asettiche. Il servizio Genio civile della Regione aveva stanziato 570 mila euro per i lavori di manutenzione straordinaria dello stabilimento e durante la fase di progettazione preliminare erano emerse le opere diverse rispetto al progetto approvato nel '73.
La Provincia, che ha ricevuto i soldi dalla Regione per l'intervento, ha affidato i lavori a un'impresa privata prevedendo 42.700 euro per la demolizione degli abusi. Il senatore grillino estende la questione a tutto il Poetto chiedendo se gli esponenti del Governo «possano escludere che vi siano ulteriori casi di abuso edilizio» negli altri stabilimenti militari.
GLI OTTO STABILIMENTI Al Poetto occupano più di 100 mila metri quadri le strutture balneari con le stellette, equamente divise tra i due Comuni: a Cagliari ci sono i militari (i due della Marina, ufficiali dopo il D'Aquila e sottufficiali dopo il Lido, e gli stabilimenti di aeronautica ed esercito dopo la Quinta fermata) mentre a Quartu ci sono le forze dell'ordine (carabinieri e polizia sono al confine con Cagliari mentre vigili del fuoco e Finanza si trovano poco più avanti). La competenza di quelle aree è nelle mani dello Stato e i Comuni non possono intervenire in alcuna maniera.
LA PALLA A ROMA «Spetta solo al Governo prendere decisioni - conferma l'assessora all'Urbanistica Francesca Ghirra - quando abbiamo realizzato il Piano di utilizzo dei litorali non è stato possibile fare ragionamenti di carattere ambientale su quelle aree». Nella sua interrogazione al Governo il senatore Cotti evidenzia che «gli studi scientifici hanno dimostrato che il fenomeno dell'erosione è dovuto principalmente alla cospicua costruzione negli anni di stabilimenti balneari in muratura e relativi bracci a mare con relativo e notevole impatto sull'arenile». Anche l'esponente della Giunta Zedda la pensa così. «Il Governo dovrebbe dare indicazioni su come agire - conclude Francesca Ghirra - perché è evidente che per raggiungere una qualità ambientale ottimale e arginare i fenomeni di erosione costiera sarebbe auspicabile non avere strutture permanenti sulla spiaggia».
Marcello Zasso