SABATO, 04 LUGLIO 2009
Pagina 1 - Cagliari
Ispezione subito, poi l’Unesco
«La Sovrintendenza ha dormito Va salvato il paesaggio culturale inteso come un prezioso unicum»
di Mauro Lissia
CAGLIARI. Chiusa la battaglia legale Regione-Coimpresa, il confronto su Tuvixeddu si sposta sul terreno politico: attaccata duramente la sovrintendenza ai beni culturali sarda («quest’area è stata maltrattata negli anni e c’è chi ha dormito») il parlamentare siciliano Fabio Granata (Pdl) ha annunciato un intervento forte sul ministro Bondi («mi ascolterà, ne sono certo») e il rilancio del caso-Cagliari all’Unesco, in linea con la disponibilità manifestata il 17 giugno a Bruxelles dal vicepresidente del comitato delle regioni Michel Dellebarre. Gli ha fatto eco il collega del Pd, Roberto Della Seta: «Difendendo un sito archeologico come questo si difende l’anima del paese».
Ad aprire la fase B dell’operazione Tuvixeddu è stato Graziano Milia con l’iniziativa di Bruxelles. Non a caso il presidente di Legambiente Vincenzo Tiana, incassato un cortese silenzio di tomba da Regione e Comune, ha chiesto e ottenuto ospitalità alla Provincia per mettere a contatto i due parlamentari coi cronisti: «C’è bisogno del sostegno di tutti» ha avvertito la vicepresidente di palazzo Regio Angela Quaquero, al suo fianco l’assessore all’ambiente Ignazio Tolu. Sostegno ma soprattutto iniziative concrete, ancorate saldamente alle norme. Granata ha spiegato a quali norme, l’ha spiegato soprattutto a chi si ostina a leggere l’area di Tuvixeddu come uno spazio diviso, la necropoli da una parte e la superficie edificabile dall’altra: «E’ necessario che il paesaggio culturale attorno all’area di Tuvixeddu resti intatto, non basta la percezione dell’importanza storica del sito per ottenere il riconoscimento dell’Unesco». Perchè bisogna rispettare - ha detto il presidente della commissione cultura della Camera - quell’unicum di paesaggio e cultura cui fa riferimento con chiarezza il Codice Urbani. Purtroppo la Soprintendenza di Cagliari «non si è aggiornata in questo senso e anche su questo bisognerà riferire al ministro». Perchè non basta circoscrivere le tombe, è l’insieme di Tuvixeddu che va tutelato. Per Granata - che guidato da Tiana e con Della Seta ha visitato per l’intera mattinata il sito archeologico e il museo dov’è allestita la mostra su Tuvixeddu - serve un’ispezione dell’Icomos, l’agenzia che istruisce i procedimenti per l’Unesco. Passaggio obbligato per arrivare a «un riconoscimento che sarebbe fondamentale per il futuro del colle». D’altronde «i problemi di Tuvixeddu - ha spiegato il parlamentare - nascono da una storia che viene da lontano, resa complessa dalla mancanza di tutela anche archeologica, per cui è stato possibile proporre interventi, che per qualcuno potevano apparire risolutivi anche per uscire dal degrado».
C’è un impegno, apparso tutt’altro che formale. Con il sostegno del collega Della Seta, l’esponente del Pdl farà pressioni sul ministro Bondi: «Il paesaggio attorno all’area va tutelato, cercare una soluzione che voglia solo limitare i danni non è una strada praticabile. Importante in questa fase coinvolgere l’Unesco perchè il parco archeologico va inteso come un paesaggio culturale unico». Granata si è dichiarato sicuro che il ministro ascolterà le sue richieste in quanto «Bondi ha posto il tema della difesa del paesaggio come centrale del suo dicastero». E la difesa di Tuvixeddu resta un obbiettivo centrale perchè «la tutela del paesaggio culturale è un principio non negoziabile». Solo un fugace accenno ironico ai colleghi parlamentari Mariano Delogu e Piergiorgio Massidda, che l’avevano invitato a occuparsi della sua Sicilia: invito disatteso col sorriso sulle labbra.