VIALE SANT'IGNAZIO.
Liceali e universitari raccontano i riti della moda importata dalla Spagna
La notte dei ragazzi del botellón «Beviamo, balliamo e ci divertiamo ma non siamo dei teppisti»
Finalmente un botellón “civile”. Che per la prima volta non è degenerato nel solito mare di rifiuti e danni agli arredi urbani. In viale Sant'Ignazio, teatro dell'ultimo evento, ieri mattina la situazione era quasi normale: poca immondizia e nessun segno tangibile della festa all'aperto della notte prima a cui hanno preso parte liceali, universitari, Erasmus e giovani lavoratori.
IL BOTELLÓN È l'ultima moda importata dalla Spagna. Si viene a conoscenza del botellón su Facebook o con il passaparola. La sera, finiti gli studi o il lavoro, si compra una bottiglia di birra o di vino e con gli amici si va nella piazza prescelta. Non ci sono regole, nessun abito particolare né invito. Nella notte tra venerdì e sabato la location era perfetta, il numero dei ragazzi non superava le 200 persone, età media tra i 19 e i 26 anni. Drink e impianto per la musica, un furgoncino per la vendita di panini. Poi tutti a ballare sino all'alba. E la mattina seguente via a ripulire da bicchieri di plastica e bottiglie in vetro.
VANDALISMO A volte però non succede. E la memoria torna al 27 gennaio, quando il bastione di Saint Remy venne lasciato in condizioni indecenti. «È il senso civico che non funziona, non abbiamo tutti la stessa educazione e non tutti si possono controllare - dice Carlo Delitala, 26 anni -. Il fine è positivo, un modo per trovarsi, divertirsi e spendere poco». E proprio perché non tutti si possono controllare, una regolamentazione andrebbe fatta per evitare vandalismo, frastuono e disordine. Il botellón assomiglia a una serata in un locale o in discoteca ma non ha regole. Non ci sono limiti numerici, né chi controlla che le cose vadano nel verso giusto.
I RAGAZZI «Questo è un evento diverso dagli altri, ci piace fare le cose semplici. Non siamo vandali ma dei ragazzi che si divertono» sostiene Alessandro Murgia, 19 anni di Villacidro. «Stasera ci siamo arrangiati con tre euro a testa per passare una bella serata - aggiunge Nicola Piredda, 21 anni -, non mi piace andare in discoteca e questa è un ottima alternativa. Il problema qui in viale fra Ignazio non è il rumore ma l'immondezza e gli eventuali disordini». E se il botellón attira troppe persone? «Si potrebbe chiedere il permesso in Questura come per le manifestazioni studentesche».
LE REGOLE Ma tra i gruppi universitari c'è chi, oltre a promuovere i botellón, diffonde anche il rispetto delle regole e della comune convivenza, come il caso di Unica.0 e Eureka. «Vogliamo sensibilizzare i ragazzi che partecipano - sostiene Agnese Setti, 19 anni, portavoce di Eureka -, formare dei gruppi di volontari per ripulire come abbiamo già fatto al Bastione. Ci prendiamo le nostre responsabilità ma non rinunciamo all'evento»