Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Differenziata, il pasticcio dei kit

Fonte: L'Unione Sarda
11 maggio 2018

Viaggio nell'appalto sui rifiuti che cambia la vita nei quartieri: prima puntata sul caos mastelli

 

Già arrivati i nuovi, ma la ditta non lo sa e manda via i cittadini 

 

È una rivoluzione di abitudini e culturale, malgrado riguardi una materia poco nobile (ma assai costosa) come i rifiuti. La raccolta differenziata con il sistema porta a porta è un cambiamento epocale: il minimo passo falso costa disagi supplementari a chi fatica a cambiare sistema. E mentre ieri mattina, al Centro di distribuzione in viale Ciusa 133, si mandavano via i cittadini (infatti, contrariamente al solito, non c'era fila) perché «la seconda fornitura dei kit non è arrivata a causa del maltempo», quella stessa fornitura era già in città: il Comune lo sapeva, le ditte d'appalto no. Un malinteso non da poco, considerato che ora i cittadini che non hanno ricevuto i mastelli a casa dovranno tornare in viale Ciusa.
APPALTO TRAVAGLIATO È una rivoluzione da 230 milioni di euro in sette anni, quella dei rifiuti, passata più volte attraverso conferme e annullamenti della gara d'appalto (quindi, ritardata), poi rifatta, poi risospesa, infine in vigore. Ieri è il passato nella maggior parte della città (il 92 per cento), ma in alcune zone oggi è già un altro giorno. Succede al Poetto, al Quartiere del Sole e La Palma (zona rossa), a Mulinu Becciu e Monreale (zona blu), dove dal 29 aprile il porta a porta cerca di conquistare consenso tra i cittadini innervositi. Il cambiamento è però inevitabile: Cagliari parte da un 30 per cento di differenziata e un 70 per cento di indifferenziata. Se non si vogliono pagare ancora sanzioni, che poi si ripercuotono sulle singole bollette della Tari, quelle due percentuali devono essere invertite subito.
Colpiva l'assenza della solita calca, ieri mattina nel centro di distribuzione dei kit. Quasi tutti i cagliaritani che non hanno ancora i mastelli erano stati informati del fatto che quelli per l'umido (20 litri) e per le altre frazioni (40 litri) erano esauriti: gliel'aveva comunicato nei giorni scorsi l'Ati (associazione temporanea di imprese) composta da De Vizia, Cooplat ed Econord, che quel materiale deve distribuire. Anche ieri chi - mostrando l'avviso trovato nella cassetta della posta - chiedeva di poter ritirare i mastelli con i microchip (identificano il proprietario, quindi non si può barare sulla separazione dei rifiuti perché arriva la sanzione), è stato rimandato a casa. Invece, i kit c'erano.
LE CONSEGNE Una rivoluzione, ma questa volta nel senso di rivolta (nel senso di borbottii e lamentele da parte della cittadinanza), l'aveva causato già il sistema di distribuzione a domicilio dei kit. Gli avvisi indicavano la data in cui gli addetti si sarebbero presentati in ogni edificio, ma con un orario - diciamo così - piuttosto elastico: dalle 8 alle 20. Dodici ore in posizione “di punta”, come i cani da caccia, davanti al citofono. Significa non poter andare al lavoro e avere il terrore di entrare sotto la doccia: «E se arrivano proprio ora?». Anche se, in realtà, l'assessore al Decoro urbano Claudia Medda precisa che «l'intervallo di dodici ore prevede più di un passaggio dove gli addetti alla distribuzione non trovano nessuno, in orari diversi».
I PROSSIMI RIONI Finora, dunque, l'otto per cento della città utilizza il sistema porta a porta. Mentre si cerca di chiudere il cerchio nelle prime due zone, a bordo campo si scaldano i muscoli Pirri, il Cep e il Quartiere Europeo: il loro debutto è previsto a fine mese, ma dal Comune non precisano la data. Sarà meglio ordinare subito i kit, per evitare un nuovo stop nella distribuzione, mentre sono da affrontare anche altri problemi.
Luigi Almiento