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Cagliari, al mercato vietato gridare per attirare i clienti: “Multe da 200 a 800 euro”
Clamorosa conferma del Comune, nel regolamento per i mercati civici resta il divieto "a richiamare l'attenzione dei clienti con grida". Addio ai classici "pesce fresco in offerta" e "qui solo roba buona" urlati dai pescivendoli? I boxisti di San Benedetto: "Se non facciamo così non vendiamo, i turisti ci adorano"
Non è uno scherzo: il Comune conferma, all’interno del Regolamento per la gestione dei mercati civici il divieto “a annunciare la merce o richiamare l’attenzione della clientela con eccessive grida e clamori, tali da arrecare disturbo”. E, per chi non rispetta le regole, giù multe: “sanzione di 200 euro in caso di prima violazione, di 500 euro in caso di seconda violazione nell’arco di 24 mesi e di 800 euro dalla terza violazione fino alla settima nell’arco di 24
mesi”. La regola era già stata inserita tra le pagine del vecchio regolamento, che viene pienamente confermata anche nel nuovo. Un bel grattacapo per i boxisti dei mercati cagliaritani, come nel caso dei pescivendoli di San Benedetto: le loro frasi “forza, tutto in offerta”, “oggi cozze a metà prezzo” e via discorrendo, naturalmente urlate, rappresentano ormai un aspetto caratteristico e folcloristico, con i turisti che restano spesso affascinati da questa modalità di vendita. E proprio loro, i boxisti, non ci stanno.
“Chi urla per vendere non disturba, ho bisogno di farmi sentire dai miei clienti per invogliarli all’acquisto”, dice Nanni Loddo, settant’anni, da una vita pescivendolo a San Benedetto, “la regola è sbagliatissima, sono ben altri i problemi del mercato”. Massimo Ruggiu, 53 anni, vende spigole e salmoni dal 1986: “Un divieto esagerato, i turisti apprezzano molto questo nostro particolare stile di vendita. Non tutti i miei colleghi urlano, chi lo fa non ha mai arrecato nessun disturbo. Non capisco perchè ci vogliano punire così”, afferma. Nando Pani, da quarantasette anni, urla per vendere il suo pesce ogni giorno, da oltre il bancone del suo box: “Devo fare così per vendere, sennò la gente non si avvicina. Se fai la persona morta qui non arriva nessuno, devi incentivare la vendita con le urla”, spiega, prima di esibirsi in uno dei suoi slogan più efficaci, ovviamente urlando: “Facciamo lo sconto, chi alza la mano per primo è fortunato!”. Corrado Strazzera ha un box di pesce dal 1985: “Sì, è un fatto folcloristico, c’è ovviamente modo e modo di urlare, se lo fai educatamente non ci sono problemi. Invogliare all’acquisto senza disturbare gli altri non può essere punito con una multa. Io per carattere non urlo”.