Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Donne molestate e sottopagate Il dossier di “Giulia”: retribuzioni più basse dal 5% al 35%

Fonte: L'Unione Sarda
24 maggio 2018

Mura: la Regione aiuta l'occupazione femminile. Cocco (Cgil): troppi svantaggi

Donne molestate e sottopagate Il dossier di “Giulia”: retribuzioni più basse dal 5% al 35%

Il problema lo registrano innanzitutto le statistiche: in Sardegna più di una donna su due (il 51%) ha subito molestie o ricatti sessuali sul luogo di lavoro. Non solo. Nonostante le donne siano più istruite, prendano voti più alti, finiti gli studi devono vedersela con un mondo che premia ancora gli uomini. Anche in questo caso basta un dato a inquadrare il fenomeno: «Il divario nella retribuzione tra giornalisti e giornaliste di prima nomina», cioè assunti da meno di 30 mesi, «è del 5% a favore degli uomini», spiega Susi Ronchi, coordinatrice regionale dell'associazione Giulia giornaliste. Nelle imprese famigliari, il divario può crescere addirittura fino al 35%.
RETRIBUZIONI MINORI Il lavoro delle donne, tra discriminazioni e molestie, è stato al centro di un incontro dal titolo “Donne di carta” promosso all'università di Cagliari dall'associazione Giulia giornaliste. «Sul lavoro le donne sono svantaggiate», spiega Caterina Cocco, della segretaria regionale della Cgil. «Hanno in prevalenza contratti a tempo determinato, stipendi più bassi e sono impiegate in settori meno “ricchi”. Anche a parità di mansioni, per effetto del tipo di contratto, hanno stipendi più bassi». Qualcosa, però, comincia a cambiare. «L'occupazione femminile sta crescendo», rileva Virginia Mura, assessore regionale al Lavoro. La Regione ha messo in campo una serie di interventi per agevolare l'ingresso delle donne nel mondo del lavoro, come il bando da 4,7 milioni destinato alle libere professioniste.
LE MOLESTIE Non succede solo nel mondo dello spettacolo: ricatti e molestie sessuali vengono subiti anche nei corridoi e negli uffici di grandi e piccole aziende. «Si verificano prevalentemente nel settore privato ma il fenomeno è presente anche nel pubblico», spiega Valeria Aresti, avvocata cagliaritana. Si comincia con frasi a sfondo sessuale, con approcci “affettuosi”, e se si imbarazzano sono loro, le donne, quelle sbagliate, mica il capo o il collega più alto in grado che abusa del suo potere. «Quanto più il lavoro è merce rara, tanto più ricatti sessuali e molestie trovano terreno fertile», sottolinea Tiziana Putzolu, consigliera regionale di Parità. Uno dei nuovi fenomeni è lo « stalking occupazionale , reato commesso fuori dall'ambiente lavorativo ma che trae origine proprio in quel contesto», spiega l'avvocata Aresti. Come si manifesta?. «Il collega», spiega l'esperta, «per evitare sanzioni nel posto di lavoro, sceglie strategicamente di compiere atti persecutori nella vita privata della donna mediante ripetuti messaggi, appostamenti, danneggiamenti al fine, per esempio, di indurla a dimettersi». ( ma. mad. )