il caso
Un anno fa hanno avuto in concessione il vecchio e polveroso campo di calcio sotto i palazzoni Del Favero ed hanno dato vita a un programma che ha condotto per la prima volta una squadra di Sant'Elia, la Progetto calcio, nel campionato di Eccellenza.
Nel frattempo hanno rifatto e messo a norma il terreno di gioco e rinnovato gli impianti spendendo «oltre 500 mila euro». Che ora vorrebbero ripagare con un mutuo da chiedere al Credito sportivo. Ma per ottenerlo il “Consorzio calcio Sant'Elia 2005” ha bisogno di due cose: la proroga della concessione del campo da 9 a 20 anni, cioè la durata del mutuo, e una fidejussione del Comune che garantisca il prestito.
LA RICHIESTA Un'istanza con queste due richieste è stata presentata all'assessorato comunale allo sport il 5 marzo scorso, ma ad oggi è rimasta priva di riscontro. Per questo due consiglieri comunali di Forza Italia e Udc, Franco Masia ed Ettore Businco, hanno presentato un'interrogazione all'assessore competente, Nanni Floris, per sollecitare una risposta. «C'è un benefattore che spende soldi suoi per migliorare un impianto pubblico, porta via i ragazzi dalla strada affermando con i fatti il ruolo sociale dello sport. E noi non troviamo nemmeno il modo di rispondergli». Masia e Businco fanno riferimento al regolamento comunale per la concessione degli impianti pubblici che, all'articolo 16, stabilisce che “i soggetti concessionari che apportano migliorie all'impianto possono richiedere la proroga della concessione fino a vent'anni”. «Il Comune lo ha già fatto con alcune società e la fidejussione, recentemente, è stata concessa alle società che hanno realizzato l'impianto di via Castiglione», rileva Masia.
I PROBLEMI La questione, in realtà, è complessa e non a caso la pratica è all'esame dell'ufficio legale del Comune. I problemi sembrano essere principalmente due: i lavori sono stati già realizzati e sarebbero stati avviati senza che il Consorzio ottenesse una concessione edilizia (obbligatoria in caso di lavori di manutenzione straordinaria) ma una semplice autorizzazione, sufficiente nel caso si effettuino opere di manutenzione ordinaria. Ma l'ostacolo più serio sembra essere un altro: ad effettuare i lavori è stata la Progetto casa costruzioni, cioè l'impresa che fa capo a Franco Cardia, presidente del Consorzio calcio Sant'Elia 2005. Dunque Cardia ha fatturato a se stesso. Una scelta fatta «alla luce del sole» perché, si giustifica l'imprenditore, «non avevo l'obbligo di fare un bando pubblico, dunque ho deciso di usufruire della mia impresa per avere lavori fatti bene, rapidi e a prezzi più bassi». Sarebbero questi gli aspetti che hanno bloccato la pratica.
ALTRI LAVORI Cardia, a sue spese, ha costruito anche una club house (realizzata, fatta demolire dal Comune perché priva di autorizzazione e rimessa in piedi dopo il via libera dell'amministrazione), sta realizzando uffici, una tribuna coperta climatizzata e, se otterrà il mutuo, intende investire ancora per costruire una foresteria con 15 bungalow da due posti e una piccola sala convegni di 200 metri quadri. «Per tutto questo non chiedo nulla. Voglio solo che mi allunghino la durata della concessione e mi concedano la fidejussione: non è giusto che impegni beni miei per un'opera del Comune».
«BENEFATTORE» «Non si tratta così un benefattore», accusa Masia. «Oggi tutti vogliono giocare nel Sant'Elia perché è una società-modello con un impianto bello, un bel settore giovanile e una prima squadra esemplare», aggiunge.
Cardia, intanto, minaccia di lasciare Sant'Elia: «Ho tante offerte per realizzare i miei progetti: in alcune aree della città e in altri comuni». (f. ma.)
18/07/2009