Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Poca armonia, Sant'Efis è arrabbiato»

Fonte: L'Unione Sarda
21 luglio 2009

Dopo la chiusura della chiesetta di Stampace parla la priora dell'arciconfraternita (divisa) 

Luisetta Atzeni: mai avuto problemi, il martire mi vuole bene

«Quello che chiedo a Sant'Efis si avvera». Parola della priora dell'arciconfraternita.
Dice di avere un rapporto privilegiato con il Santo, di vivere in una corsia preferenziale celeste dove il “martire glorioso” vede e immediatamente provvede: «Tutto quello che chiedo, si avvera sempre». Una confidenza che Luisetta Atzeni, priora dell'arciconfraternita di Sant'Efisio dal 1989 fino a sei mesi fa, si è guadagnata sul campo con sudore e fatica: guardiana della chiesetta, factotum del tempio cagliaritano di cui ha curato per anni - e continua ancora oggi - ogni particolare. Dalle tovaglie ai pavimenti, dalla vestizione nel giorno della festa fino ai giri turistici nella cripta insieme a orde di francesi e tedeschi. Una devozione che la porta a parlare con il protettore della città almeno una volta al giorno, senza differenza tra l'altare o il salotto di casa. Filo diretto che una volta, saranno stati due anni fa, l'ha fatta quasi gridare al miracolo. Stava pregando di fronte a Efisio, quando la statua si è illuminata di botto: «Sono scattata in piedi. Non mi ero accorta che era entrata una consorella e aveva premuto per sbaglio l'interruttore».
LA PROTEZIONE Settantadue primavere portate con vigore stampacino e un buonumore congenito che ora le fa dire: «Non ho mai avuto un problema in vita mia: Sant'Efisio mi vuole bene». Insieme agli altri 140 (adepto più, adepto meno) confratelli ha dovuto anticipare le ferie: il Comune prima e i vigili del fuoco poi hanno detto che no, nella chiesa non si può proprio entrare. Il tetto della navata rischia di venire giù, la cupola pure. «Il solaio del coro, all'ingresso, si sta flettendo. Si vede a occhio nudo».
Testimone di un'adorazione che cambia di anno in anno, racconta che non c'è più la confraternita di una volta: «Manca l'armonia di un tempo. Ora tutti sparlano alle spalle degli altri, non hanno rispetto. Vogliono tutti la poltroncina e si fanno la guerra tra di loro». La confraternita è commissariata: il presidente eletto a gennaio, Giuseppe Spiga, si è dimesso dopo pochi mesi e la guida è stata affidata provvisoriamente al parroco di Sant'Anna Luciano Pani. E una voce, che rimbomba tra i vicoli di Stampace, dice che la Curia potrebbe decidere di prendere in mano le redini della festa del primo maggio. «È vero, è un discorso che circola da tempo. Una cosa è certa: se non torna la pace nella confraternita, Sant'Efisio si arrabbierà».
I MESSAGGI Come quella volta, durante l'ultima ripetizione del rito, quando il martire ha lanciato più di un messaggio: «Alcuni confratelli lo stavano vestendo la sera prima della sfilata, ma sostenevano di aver sbagliato abito. Così hanno tolto i vestiti, già cosparsi di incenso, e li hanno sostituiti. Secondo me hanno commesso un errore». Ma nulla sfugge all'occhio del martire: «Non è un caso che i buoi siano scivolati prima di entrare nella chiesetta di Giorgino. E durante la processione ha pure grandinato».
È il punto di riferimento per devoti e non dell'intero rione: «A Stampace mi tengono tutti qui sopra», dice indicando il palmo di una mano ben equipaggiata di anelli. Anche perché conosce tutti e non dimentica nessuno: «Una volta ho vinto diecimila euro con un gratta e vinci. Ho regalato tutto a chi ne aveva bisogno». Ha una cerchia di fedelissime che l'hanno aiutata negli anni a tenere la chiesetta come un gioiello: «Con me è sempre stata perfetta: tovaglie stirate, pavimenti lucidi. Ma insieme a me hanno lavorato tutti i giorni in tanti: Pinella, Efisio, Pina, Giuseppina, Assunta, Olaria, Eleonora e Dolores». L'ultimo miracolo a Efisio lo ha chiesto e ottenuto poco tempo fa: era in ospedale insieme a un gruppo di consorelle, dovevano tornare a Stampace per la messa delle 7. «Ho fermato un autobus e ho spiegato tutto all'autista. Ci ha fatto salire senza biglietto e poi si è messo a correre, saltando anche alcune fermate. E alla fine siamo arrivate in orario».
MICHELE RUFFI

21/07/2009