Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Dacia Maraini racconta Cagliari

Fonte: L'Unione Sarda
20 agosto 2018

Dacia Maraini racconta Cagliari

«Cagliari. Una sera ventosa che scompigliava i capelli ai passanti e faceva tremare le foglie sugli alberi. Lea era in città per un convegno sul turismo. Annusava l'aria che sapeva di caffè e alghe marine. Le piaceva quella città di mare che non aveva mai visto, con il suo porto, le sue chiese, quell'eleganza un poco trasandata e incurante di sé».
Sette anni fa, il Thotel chiese a Dacia Maraini di raccontare la città di Cagliari insieme a Sandro Veronesi e Roberto Alajmo. Il frutto del loro lavoro sarebbe diventato un grazioso libretto a tiratura limitata. Lea, la protagonista del racconto, è una donna sola e stanca che incontra un marinaio sardo dagli occhi cerulei: un uomo intraprendente, capace di sedurla offrendole una speciale visita guidata della città.
«Cagliari, come Roma, Istanbul e Lisbona, è costruita su sette colli. La leggenda dice che è stata fondata da Aristeo, figlio di Apollo e della ninfa Cirene. Aristeo pare sia giunto dalla Beozia nel XV secolo avanti Cristo. Con lui c'era anche Dedalo che poi creò i nuraghi. I sardo nuragici, dice sempre la leggenda, ebbero per anni rapporti di commercio e di scambio con i Micenei».
Lea ascolta incantata. E il marinaio aggiunge: «Nell'ottavo secolo avanti Cristo a Cagliari arrivarono i Fenici che si stanziarono nella Laguna di Santa Gilla. A Tuvixeddu c'è la più grande necropoli fenicia di tutto il Mediterraneo, lo sapeva?. Poi fu la volta dei romani. E Siamo nel 238 avanti Cristo. Dopo la porto a vedere i resti della villa di Tigellio… Erano grandi architetti i romani. Sapevano costruire tenendo conto del corpo umano che ha bisogno di spazio, di luce e di comodità. Il loro sistema di riscaldamento si dipanava in tubi che correvano sotto il pavimento. Una grande invenzione moderna. Cesare premiò la città per averlo sostenuto nella lotta contro Pompeo. Alla morte di Cesare i cagliaritani rimasero fedeli alla sua discendenza, ovvero a Ottaviano Augusto».
Di passo in passo il cuore di Lea comincia a palpitare. Prova una forte attrazione per quel misterioso marinaio e si domanda se ci si possa innamorare di un uomo del quale non si conosce neanche il nome.
Chissà, forse è la magia di Cagliari. Tutto quel mare e tutto quel cielo: così irresistibilmente azzurri. Così scenograficamente perfetti.