Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il centro d'accoglienza non chiude Mensa e ambulatori resteranno a disposizione dei bisognosi

Fonte: L'Unione Sarda
16 ottobre 2018

VIA SANT'IGNAZIO. Quasi concluso il trasloco degli ospiti, presto il via ai lavori Il centro d'accoglienza non chiude Mensa e ambulatori resteranno a disposizione dei bisognosi 

 

«Il Centro di solidarietà Giovanni Paolo II non chiuderà». Don Marco Lai, responsabile della Caritas, a pochi giorni dall'inizio dei lavori nel vecchio edificio di viale Sant'Ignazio, fa chiarezza sul destino della struttura. I tecnici dell'assessorato comunale ai Lavori pubblici hanno stabilito che l'opera di recupero riguarderà solo i piani superiori, così al piano terra saranno assicurati i servizi alle fasce più vulnerabili della popolazione. La mensa della Caritas, il Centro d'ascolto, l'ambulatorio medico, il Centro d'ascolto legale, le accoglienze dei padri cappuccini riservate ai familiari dei detenuti del carcere e gli uffici amministrativi non saranno né chiusi né trasferiti.
Don Marco
Nel risiko degli edifici pubblici della città, la struttura di viale Sant'Ignazio rappresenta il pezzo forte. La vorrebbe l'Ersu, per realizzare una nuova mensa universitaria. Questa soluzione, che a Palazzo Bacaredda fa storcere il naso a tanti, comporterebbe il trasferimento degli ospiti e dei servizi del Centro nell'ex caserma dell'Aeronautica, ora di proprietà della Regione. «A Monte Urpinu sarà trasferito solo il centro di assistenza, il grande emporio per i poveri, attualmente alloggiato nei locali di via Po», ha precisato don Marco, ieri a Terralba. «Il trasloco degli ospiti di viale Sant'Ignazio sono solo chiacchiere», afferma il responsabile della Caritas. «Per noi è fondamentale che i poveri vengano accompagnati nel percorso di reinserimento. Se poi lo spazio si chiama san Giovanni di Dio, Clinica Macciotta o Monte Urpinu poco importa». Don Marco pesa sempre le parole e i nomi di questi vuoti urbani non sembrano detti a caso.
Lavori e trasloco
Il religioso annuncia che a giorni, quando anche le ultime due persone che ancora vivono nel centro avranno ricevuto la destinazione migliore, inizieranno i lavori di recupero dei piani superiori e, soprattutto, i tetti. «Tutti gli ospiti, anche quelli ora in albergo, saranno trasferiti in comunità o case famiglia. Nessuno, grazie alla collaborazione con le associazioni “Ozanam” e “Donne al traguardo” avranno una sistemazione dignitosa».
L'assessore
Che ne sarà dell'edificio tra un anno e mezzo, quando i lavori saranno conclusi? «Sia ben chiaro che gli ospiti torneranno nel Centro Giovanni Palo II che manterrà la sua destinazione naturale», precisa Roberto Marras, assessore comunale ai Servizi sociali. «Gli ospiti ora vivono in sistemazioni più che decorose. Quando persone e cose saranno in sicurezza l'assessorato ai Lavori pubblici darà il via al cantiere».
Andrea Artizzu