COMUNE.
La lettera affissa nei palazzi popolari è un invito alla regolarizzazione
Rifiuti, ultimatum agli evasori Porta a porta: conviene autodenunciarsi per evitare multe salate
Il tono non è ancora da ultimatum (“Cara cittadina, caro cittadino”), la firma impersonale (“L'Amministrazione comunale”). Al di là dei toni cortesi, però, la lettera affissa negli androni dei palazzi popolari di proprietà del Municipio - durante il secondo giro per la consegna dei kit per il porta a porta, ora in corso - è un ultimatum. Chi non paga la tassa ha i giorni contati e, se non s'iscrive subito ai ruoli della Tari, presto ci si ritroverà comunque dentro: d'ufficio. Oltretutto, pagando di più. Conviene insomma “costituirsi” saldando cinque anni di arretrato, invece che versare la stessa cifra più un'ulteriore sanzione se, a stanare l'evasore, è il Comune.
Parte l'ultimo avviso
Mentre lunedì si è svolta l'ennesima pulizia straordinaria nel quartiere di Sant'Elia, assediato dai cumuli di rifiuti abbandonati per strada da chi non paga il tributo e quindi non ha il kit, da Palazzo Bacaredda fanno sapere che la tregua è finita. Già, perché la distribuzione dei mastelli (i contenitori) per le varie frazioni di rifiuti, nei mesi scorsi, ha consentito all'associazione temporanea di imprese De Vizia-Cooplat-Econord di fare il censimento di chi, nelle case comunali, “esiste” e chi no. E siccome il Municipio sa bene a chi sono assegnati i suoi alloggi al borgo Sant'Elia nelle vie Manurita, dei Musicisti, De Lunas, Fasano, Buzenac e Melis, incrociare i dati è un gioco da ragazzi. Lo si farà anche nelle case ex Iacp, ora Area, che ha già fornito gli elenchi degli assgnatari degli alloggi popolari non comunali di tutta la città. Chi è in una delle due liste di alloggi, ma non nei ruoli della Tari, nei prossimi mesi sarà iscritto d'ufficio e riceverà il bollettino per pagare (anche a rate) l'arretrato e l'ulteriore sanzione, per non essersi iscritto nemmeno ora. Non c'è salvezza, ora che la banca dati dei contribuenti (e degli evasori) della Tari è aggiornatissima grazie al censimento fatto durante la consegna dei kit. E adesso, all'ufficio Tributi scaldano i motori per le iscrizioni d'ufficio.
Gli alloggi in subaffitto
Dunque, non basta non aprire la porta agli incaricati di De Vizia-Cooplat-Econord che devono consegnare i mastelli: nelle case di Edilizia residenziale pubblica (Erp) del Comune e in quelle di Area, si sa chi abita, quindi chi deve pagare. Anzi, si sa a chi è assegnato l'alloggio ma non sempre chi vi risiede davvero, e qui si apre il secondo problema: quello delle case popolari assegnate a qualcuno che in realtà abita altrove - spesso, in un paese - e subaffitta l'alloggio pubblico. È un'operazione ovviamente vietata e sanzionata con durezza. Di fatto, però, chi abita irregolarmente in subaffitto in un alloggio Erp o Area, non può richiedere l'iscrizione alla Tari neanche se lo vuole ed è quindi “condannato” a smaltire i rifiuti buttandoli per strada: tutti i santi i giorni. Gli assegnari più scaltriftra chi truffa il Comune cedendo l'alloggio in subaffitto, si sono iscritti volontariamente ai ruoli della Tari, hanno pagato e fingono di abitare nella casa popolare. Per gli altri sono in arrivo le multe, la revoca dell'assegnazione e, in certi casi, la denuncia: nulla di cui ci si possa liberare gettandolo per strada. Non stavolta.
Luigi Almiento