Il presidente della circoscrizione Gianfranco Carboni: «Salvare i concerti ma tutelare il sito storico» 
Il futuro dell'Anfiteatro romano scompone le posizioni nelle fazioni politiche cittadine. Accade che esponenti di centrodestra ne riconsiderino l'utilizzo e propongano la realizzazione di un'arena per i grandi eventi in un'altra zona della città (Maurizio Porcelli) e che altri di centrosinistra ricordino che non sarebbe facile rinunciare all'atmosfera che in quell'antico sito si respira in occasione dei grandi concerti (Lorenzo Cozzolino). E, nel mezzo, ci sono i grandi artisti che moltiplicano gli appelli perché in futuro l'Anfiteatro continui a ospitare le loro esibizioni. 
La posizione di Gianfranco Carboni, presidente della circoscrizione del Centro storico (sotto la quale ricade la struttura), esponente del Pd, è più articolata: «L'Anfiteatro, nell'antichità, è nato per ospitare concerti ed esibizioni - ricorda - anche se non dobbiamo scordare che la memoria storica va preservata». 
E come si fa a fare entrambe le cose? 
«Utilizzando il buon senso. Coinvolgendo la città, ascoltando le richieste di artisti, appassionati ed esperti della tutela ambientale». 
Ma la legnaia, elemento imprescindibile per accogliere almeno 4 mila spettatori, deve restare? 
«Quella attuale va verso la sua fine naturale: l'abete lamellare, di cui oggi sono fatte le gradinate, hanno una durata precisa. Oltre i dieci anni non si può andare, visto che la manutenzione non è possibile. Se si fosse fatta si sarebbe rischiato di danneggiare le pietre sottostanti». 
E il futuro? 
«Ci si sarebbe dovuto pensare due anni fa, quando il dibattito era ugualmente vivace. E invece arriviamo a ridosso del punto di non ritorno senza avere le idee chiare». 
Ma è possibile pensare a una nuova legnaia? 
«Io mi affiderei ad esperti del settore della tutela ambientale. Sarebbe auspicabile che una nuova struttura tenesse conto delle criticità causate dall'attuale. I plinti installati in varie parti delle gradinate hanno messo sotto stress la pietra, in quanto l'intergomma è assente. C'è il rischio che, quando si procederà a smontare l'attuale legnaia si assista a un disfacimento della parte superiore della pietra». 
C'è chi propone di non mettere più il legno e di dimezzare, così, la capienza dell'Anfiteatro. È fattibile? 
«Tutto è fattibile. Ma bisogna prima valutarne le conseguenze. Con soli duemila posti i grandi concerti non potrebbero più svolgersi là, in quanto non si riuscirebbe ad ammortizzare i costi. Già oggi i biglietti sono troppo cari, figuriamoci con meno spettatori». 
E allora? 
«Vedremo. Certo che non riesco a immaginare un Anfiteatro romano senza musica di qualità». (a. mur.) 
20/08/2009