Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

mpronte al posto del cartellino, rivoluzione per oltre 60mila sardi

Fonte: L'Unione Sarda
10 luglio 2019

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE.

La tessera magnetica sarà sostituita dai rilievi biometrici Impronte al posto del cartellino,
rivoluzione per oltre 60mila sardi Ma la norma non è applicabile agli uffici della Regione: serve una legge Via il cartellino magnetico, ecco la scansione dell'iride e il lettore di impronte digitali: i nuovi sistemi di rilevazione delle presenze negli uffici potrebbero esordire entro la fine dell'anno. La rivoluzione riguarderà l'intera Pubblica amministrazione, ma per i dipendenti regionali (circa 6000) sarà necessario intervento della Giunta e del Consiglio: «Il decreto Concretezza, che contiene le disposizioni sui rilievi biometrici, non è direttamente applicabile nelle Regioni a statuto speciale: serve una legge attuativa che lo recepisca e modifiche le norme in vigore», spiega Luciano Melis, segretario generale del Sadirs (sindacato autonomo dipendenti Regione Sardegna).
Il sistema
Per segnare la propria presenza i dipendenti dovranno farsi identifcare attraverso le impronte digitali. I lettori verranno installati negli uffici pubblici e gli ingressi saranno videosorvegliati: sono i dettagli contenuti in uno specifico regolamento che il ministro Giulia Bongiorno ha già inviato al Garante della privacy. Dopo il parere dell'Authority il testo sarà mandato anche alla Conferenza Unificata e al Consiglio di Stato. Il provvedimento dovrebbe riguardare circa 60mila sardi. In tutto i dipendenti pubblici nell'Isola sono 109mila, ma dalla novità sono escluse le forze dell'ordine, la magistratura, i prefetti e anche gli insegnanti.
I pareri
Nell'Isola almeno un dipendente pubblico su cinque ogni giorno rimane a casa: malattie, ferie, permessi speciali sfoltiscono gli organici. E spesso a questo piccolo esercito si aggiunge una truppa di “furbetti” che il Governo ora vuole stanare, con l'aiuto della tecnologia. «Io credo che non ci sia nulla di scandaloso: rispettare le regole è un obbligo per i lavoratori. E nel 99 per cento dei casi, forse anche di più, i dipendenti pubblici sono corretti», dice il rappresentante del Sadirs. «Se c'è qualche furbetto è giusto che paghi: credo che i miei colleghi non avranno problemi ad applicare e rispettare questo sistema di controlli».
Clima di sfiducia
Non tutti sono sulla stessa lunghezza d'onda. «Le misure attuali sono già molto severe e contenute nei contratti collettivi. Le nuove azioni sembrano più orientate a soddisfare l'effetto mediatico poliziesco, piuttosto che prevenire e gestire una minoranza di lavoratori che danneggia milioni di persone», sostiene Davide Paderi, segretario della Cisl Fp. «Così si alimenta un clima di sfiducia nel lavoro pubblico e non si investe sulle professioni, sull'innovazione e sulla qualità. La risposta non è nei controlli biometrici ma in un nuovo corso della Pa che viene rinviato da ogni Governo».
Ossessione
C'è chi parla addirittura di una «ossessione del ministro di turno». La stretta sul sistema di controllo delle presenze è da anni una delle priorità dei ministri della Pubblica amministrazione ma, fa notare Fulvia Murru (Uil Fpl) «il nuovo Contratto di lavoro dei dipendenti pubblici prevede già provvedimenti contro i disonesti a partire dalla sospensione in via cautelare fino al licenziamento, con sanzioni disciplinari anche per chi dovrebbe controllare. L'inserimento delle verifiche biometriche è il segno che non si crede nella capacità di autoregolazione delle pubbliche amministrazioni. Senza dimenticare i costi che inciderebbero sul bilancio degli enti».
I tempi
La legge è efficace da domenica scorsa. Il Garante per la privacy Antonello Soro si è già espresso in Parlamento nei mesi scorsi sul tema: nel corso di un'audizione si è opposto a un'introduzione «generalizzata» dei controlli biometrici. Si ricorrerà probabilmente a un'applicazione divisa in più fasi, in modo da consolidare prima il meccanismo nelle realtà più grandi, come ad esempio i ministeri. Poi, a cascata, il sistema verrà applicato a Regioni e Comuni, con cui probabilmente verranno firmate delle intese.
Michele Ruffi