Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Asili nido comunali in controtendenza: c'è posto per tutti

Fonte: L'Unione Sarda
11 ottobre 2019

Asili nido comunali in controtendenza: c'è posto per tutti

Il premier Giuseppe Conte, in visita in città, li ha citati tra le priorità dell'Italia. Perché gli asili nido sono strutture fondamentali per la crescita del Paese che migliorano qualità e competenze dei bambini che hanno un'età compresa tra i 3 mesi e i 3 anni. Contrariamente a quanto si registra a livello nazionale, dove appena un bimbo su dieci riesce ad accedere a una struttura pubblica (secondo un rapporto di Save The Children), Cagliari va decisamente controcorrente e anche quest'anno riconosce questo diritto a tutte le famiglie. Su 618 richieste di agevolazione, l'amministrazione fa l'en plein. Anzi, fa pure di più e trova una sistemazione anche a 11 bambini che pur non avendo i requisiti, perché non residenti in città, hanno chiesto di poter accedere a un asilo comunale. Appena 3 bambini (lattanti) sono rimasti fuori per “colpa” di una domanda irregolare o arrivata in ritardo. Ma nel giro di due settimane, l'amministrazione riesce a recuperare anche loro. «I bisogni delle famiglie rappresentano una priorità per questa amministrazione», spiega l'assessora alla Pubblica istruzione Rita Dedola. In quest'ottica si legge anche la decisione del Comune di privilegiare, nei limite dei posti disponibili, le scelte delle famiglie. Risultato: alla fine non solo vengono accolte tutte le domande ma anche le scelte indicate nella presentazione della domanda sono state soddisfatte. «Le agevolazioni che il Comune fornisce sono studiate per le famiglie, questo significa che sono loro che devono decidere in quale asilo mandare i propri figli», spiega l'assessora.
La mappa
I numeri delle strutture e il sistema di agevolazioni studiato dal Comune disegnano una città davvero a misura di bambino. Sono 28 le strutture comunali: tre (Sant'Elia, Su Planu e Pirri) sono a gestione diretta, due (Su Planu e Cep) a gestione esterna in appalto a cooperative, mentre le rimanenti ventitrè sono private ma lavorano in convenzione.
I costi e contributi
Il Comune dà un contributo decisivo e chiede un contributo di appena 31 euro al mese alle famiglie meno abbienti. Il sistema è organizzato a scaglioni, in base all'Isee: più è alto il reddito di una famiglia più, naturalmente, si paga. Alla fine, ogni mese, un asilo pubblico riceve per ogni bambino dai 390 ai 440 euro. Una cifra bassa dicono tutti gli operatori. La pensa così anche l'amministrazione. «Dobbiamo adeguare i contributi in base agli standard di legge e portare il contributo ad almeno 600 euro», spiega l'assessora Dedola. «È un segno di grande attenzione da parte del Comune», sottolinea Claudio Vicentini, presidente di Assonidi Cagliari, l'associazione che rappresenta gli operatori di asili nido e fa capo alla Confcommercio. «Il costo maggiore di una retta per il nido, circa il 70%, è per il lavoro degli operatori che devono essere sempre più qualificati. Con le tariffe attuali non possiamo permetterci corsi di formazione particolari, mentre le attività che svolgiamo richiedono una preparazione sempre puntuale», aggiunge. «Il nido non è un “parcheggio” per i figli mentre i genitori vanno al lavoro», conferma Angela Sida, coordinatrice dell'Erbavoglio di via Piero della Francesca. «È un luogo educativo e pedagogico e per questo richiede operatori specializzati».
Per un asilo privato, invece, si può arrivare a spendere, in base ai servizi (lingua straniera, orario fino alle 18, cucina biologica, etc.) anche fino a 600 euro al mese. «Noi spingiamo per avere sempre più asili a gestione diretta del Comune», spiega Marco Benucci, capogruppo dei Progressisti in Consiglio. «È l'unico modo per avere la garanzia di avere prezzi calmierati», aggiunge.
Micronido
Uno dei momenti più temuti è quello dell'inserimento. Ambiente nuovo e prime esperienze senza i genitori. A volte è un trauma, che molti cercano di evitare partecipando al progetto di micronido organizzato dalla cooperativa “Il mio mondo” cui il Comune ha affidato il servizio: in questo caso sono le educatrici ad andare tutti i giorni a casa dagli “alunni”. Così gli appartamenti dei genitori, a turno, si trasformano in asili in cui vengono ospitati fino a tre bimbi, di un'età compresa tra i 3 e i 17 mesi. Un abisso rispetto all'asilo nido tradizionale, dove il rapporto educatrice-bambini è di 1 a 6, fino al primo anno di età, e di 1 a 8, dopo. Qui il rapporto è di 1 a 3. Gli orari simili agli altri asili: 8.30-14.30. «Dentro casa i bambini svolgono tutte le attività che consentono di sviluppare le capacità intellettive: giochi psicomotori, manipolazione e utilizzo di molti materiali da riciclo», spiega Isabella Sida, responsabile del micronido. «I bambini imparano a condividere l'ambiente in cui vivono e i giochi con i compagni», aggiunge. E conclude: «Spesso li portiamo anche fuori, in giro per la città. D'estate, poi, le attività vengono svolte anche all'aperto nello spazio dei giardini pubblici».
Mauro Madeddu