Natale drammatico per migliaia di cagliaritani: “Migliaia senza lavoro e senza soldi per mangiare e lavarsi”
SENZA SOLDI PERSINO PER IL SAPONE- Boom di richieste nel centro diocesano di via Po e, in generale, alla Caritas, nel secondo dicembre “nero” per il Covid. Don Marco Lai: “Settemila persone, chi non ha soldi per mangiare difficilmente ne ha per avere prodotti per l’igiene. No all’egoismo e al ‘si salvi chi può’, deve restare la cultura della solidarietà: tanti hanno perso il lavoro e l’età dei nuovi poveri si è abbassata”. In difficoltà anche 25enni e 30enni, giovedì il “Miracolo di Natale” in via Po.
Un bollettino della disperazione, il Covid continua a massacrare, a quasi due anni dall’inizio della pandemia, migliaia di cagliaritani. Che, se prima arrancavano solo per il cibo e i vestiti, ora non possono nemmeno permettersi un bagnoschiuma, una spugna, uno stock di saponette. Prodotti per l’igiene personale e per tenere pulite le case, detto in parole più semplici. È quanto è emerso durante la conferenza stampa del 25esimo “Miracolo di Natale” di Gennaro Longobardi, giovedì 16 dicembre dalla mattina alla sera sarà possibile portare doni nel centro diocesano di via Po a Cagliari. A lanciare l’allarme sono i responsabili del centro diocesano, a confermare il periodo difficile è il direttore della Caritas di Cagliari, don Marco Lai: “Il Covid ha impoverito tante famiglie che prima stavano bene, c’è una povertà relativa che poi significa avere anche disuguaglianze che, negli ultimi due anni, sono cresciute notevolmente. Le famiglie si ritrovano in grandi disagi, il ‘Miracolo di Natale’ l’anno scorso ha portato ad avere trenta tonnellate di beni utilizzati per 1600 famiglie e donati anche alle Caritas parrocchiali e alle associazioni di volontariato, un bel moltiplicatore di solidarietà”. Ecco, la solidarietà. Don Lai è netto: “Il Covid ci ha posto in una condizione di notevole interdipendenza, l’egoismo ha preso il sopravvento, siamo al ‘si salvi chi può'”. Ma è sbagliato, ovviamente. Al centro diocesano c’è anche chi chiede spugne, saponette e bagnoschiumi: “Chi non può acquistare da mangiare difficilmente può comprare prodotti per l’igiene”, afferma don Lai. “È importante fornire, in questo momento, prodotti primari a chi si trova nel disagio, sia per l’igiene personale sia per qeulal domestica”.
“Gli standard qualitativi della vita portano anche ad avere la possibilità di lavarsi e di tenere le case nel migliore dei modi, noi stessi misuriamo la qualità della vita e la dignità anche guardando proprio la capacità di avere un’igiene personale. Aiutiamo 7mila persone, più tante altre con gli altri servizi della Caritas”. E i nuovi poveri hanno anche 25 o trent’anni: “Hanno perso il lavoro e sono in difficoltà”.