Corteo tra insulti e minacce, 200 ultras napoletani “sfidano” Cagliari: la furia di Truzzu
Bastoni, spranghe e un mare di insulti ai cagliaritani. La marcia dei napoletani da piazza Matteotti alla Unipol Domus, tra attacchi sui social dei tifosi rossoblù e dell’opposizione, manda su tutte le furie il sindaco: telefonate continue tra il primo cittadino, il prefetto e il questore. E scoppia il caso dei pullman, non utilizzati per trasportare i tifosi in sicurezza
Vederli anche dalle finestre del suo ufficio scandire slogan e insulti contro il Cagliari “nemico” non gli è piaciuto per nulla. Paolo Truzzu è “fortemente infastidito” per il corteo dei duecento ultras napoletani da piazza Matteotti alla Unipol Domus, andato in scena nel pomeriggio. La stizza e l’ira del primo cittadino trapela, senza troppa fatica, dallo stesso palazzo comunale: Truzzu, primo cittadino e un passato, in gioventù, da ultras rossoblù, è rimasto sbigottito davanti al gruppo di tifosi napoletani che, scortati dalle Forze dell’ordine, hanno raggiunto lo stadio a piedi, creando timori e paure tra i cittadini a passeggio e gli automobilisti. Sui social divampano le polemiche, soprattutto quelle da parte dei tifosi cagliaritani, con l’opposizione di centrosinistra che dice a chiare lettere che, dopo insulti e scontri, ai napoletani è stata data la possibilità di “attraversare la città e arrivare in via Roma: tutto davanti al Comune, Truzzu tace e la sicurezza non c’è”.
Lui, Truzzu, non è però rimasto in silenzio: ci sono state tante telefonate con il prefetto e il questore. Al sindaco sarebbe stato detto che non si è creato nessun disordine. E lui avrebbe replicato incrociando le dita e dicendo: “Spero non succeda nulla”. Ed è saltata fuori anche la questione dei pullmna, non utilizzati per trasportare i tifosi dall’aeroporto sino allo stadio. Una mancanza che ha lasciato ai campani, tra le altre cose, anche la libertà di poter urlare una caterva di insulti ai cagliaritani in pieno centro, sotto gli occhi di tanti sardi infastiditi e furiosi.