Nel progetto una foto della situazione esistente e le ipotesi di tutela dei 1400 ettari
Il Consorzio potrebbe acquisire le case di Medau su Cramu
Un'altra ipotesi prevede che le abitazioni abusive di Medau su Cramu vengano demolite e parzialmente ricostruite in un'unica area, una sorta di villaggio agricolo.
Le abitazioni abusive di Medau su Cramu potrebbero essere demolite e ricostruite in parte in un'unica area, una sorta di villaggio agricolo. Oppure potrebbero essere acquisite per qualche milione di euro tutte le case e tutti i terreni privati per demolirli e restituire al parco il suo ruolo. O ancora un'allargamento dei confini, che potrebbero comprendere Monte Urpinu e l'Ippodromo.
Sono alcune delle ipotesi contenute nel Piano del parco di Molentargius, la cui prima stesura, che contiene la ricognizione della situazione esistente, una proposta di zonizzazione e una parte normativa, è stata terminata nei giorni scorsi e dovrà essere esaminata dai consigli comunali di Cagliari, Quartu, Quartucciu e Selargius, che fanno parte del Consorzio di gestione.
IL PROGETTO Il piano, affidato due anni fa, è stato coordinato da Francesco Carrer e Franco Piga e redatto anche da Rita Cannas (aspetti economici), Marco Cadinu (paesaggista), Fausto Pani (geologo) e Antonio Sanna (aspetti normativi).
LA COMPLESSITÀ Com'è evidente una delle complessità del piano è rappresentata dall'edificato abusivo di Medau su Cramu che secondo una ricerca del dipartimento di ingegneria del territorio dell'Università ha una cubatura complessiva di 200 mila metri cubi (64% residenziale, 24% attività produttive, 12% maneggi e attività rurali) che occupano lo 0,7% dei 1400 ettari della superficie complessiva del parco che per tre quarti è ricoperto d'acqua.
Il sistema viario è da lottizzazione pura e gran parte delle costruzioni sono state erette tra il 1979 e il 1992 e dopo quell'anno, come dimostrano le immagini aeree, ci sono stati prevalentemente ampliamenti. «Se si dovessero applicare le norme vigenti bisognerebbe demolire tutto, e questa naturalmente è un'ipotesi», spiega Franco Piga. «Ma ce ne sono altre che Consorzio e Consigli comunali dovranno valutare. Noi ci limitiamo ad ipotizzare avendo come faro le norme vigenti».
ACQUISTO DELLE CASE Una delle possibilità è trasferire i diritti edificatori al parco che con qualche milione di euro acquisirebbe i terreni (interamente privati) e gli edifici e li potrebbe riconvertire o demolire. Un'altra è accorpare i volumi in un fazzoletto di terra creando una sorta di villaggio agricolo dove si trasferirebbero i residenti abusivi. Una possibilità teoricamente percorribile perché, nonostante la legge istitutiva del parco vieti l'edificazione, consente l'attività agricola. Certo, bisognerebbe che chi vi risiede dimostrasse di essere un agricoltore, ed evidentemente (a parte, forse, qualche eccezione) non lo è.
Un altro problema è rappresentato dai confini, tracciati sulla carta, dunque inesatti. «Alcune ipotesi di riperimetrazione prevedono l'inserimento di Monte Urpinu e dell'Ippodromo», spiega Piga. Quanto alla presenza del depuratore di Is Arenas, che garantisce l'acqua al parco, è una presenza impattante che sarà celata con la vegetazione.
ATTIVITÀ ECONOMICHE Appena sarà approvato il Piano del parco, i Comuni dovranno adeguare i loro piani urbanistici e dovrà essere sottoposto a Valutazione di impatto strategico da parte della Regione. Un percorso ancora lungo al termine del quale si potrà partire con gli investimenti sulle attività economiche, in particolare gli impianti per la Thalassoterapia, per la quale le acque delle saline sono perfette. Sempre che qualcuno riconosca il valore di questa straordinaria risorsa della città che molti percepiscono ancora come quartiere abusivo e discarica.
FABIO MANCA
15/11/2009