LUNEDÌ, 30 NOVEMBRE 2009
Pagina 3 - Fatto del giorno
PERCHE’ NO
CAGLIARI. «Non è un caso che si chiami “Stadio Olimpico della Sardegna”, un nome per dire che il Sant’Elia appartiene a tutti i sardi. L’unico in grado di ospitare manifestazioni internazionali». Gigi Riva non si mai arreso in campo e non getta la spugna davanti all’ipotesi di demolire uno stadio che sente anche suo. «Chi mi conosce sa che ho sempre cercato di tenermi lontano dalle polemiche - si è sfogato dopo il via libera al progetto di Cellino - però alcune prese di posizione sono insopportabili. La più incredibile è relativa alle condizioni dell’impianto che viene descritto come fatiscente se non addiritura pericolante. Io ricordo a tutti che il Sant’Elia è stato costruito negli anni settanta ed è stato completamente ristrutturato nel 1990. Da allora sono passati 19 anni e non un secolo. Ma c’è di più. Nel 2006, quando si dovevano assegnare gli Europei del 2012, una commissione dell’Uefa ha visitato il Sant’Elia e lo ha ritenuto idoneo a ospitare gare internazionali».
L’arringa di Rombodituono è sostenuta dalla passione di chi al Sant’Elia ha scritto alcune delle pagine più belle della storia sportiva italiana. «Non ho nulla contro Cellino - ha sempre detto l’ex bomber - ma non mi piaciono certi atteggiamenti sopra le righe. Non mi piace nemmeno l’idea del nuovo stadio con i palchi per chi se lo può permettere con le aree vip e una capienza ridotta a poco più di ventimila posti. Questo significa escludere l’isola dalla possibilità di ospitare grandi eventi internazionali e discriminare i tifosi».
«Il Sant’Elia - è l’appello di Riva - è lo stadio di tutta la Sardegna. E’ l’unico vero stadio che abbiamo ed è una struttura ancora solidissima. Invece di pensare alle ruspe il Comune dovrebbe preccuparsi della manutenzione ordinaria perchè le uniche cose che non vanno sono le tribune posticcie davanti alle curve e i lavori non fatti negli ultimi dieci anni». a.l.