MARTEDÌ, 09 FEBBRAIO 2010
Pagina 4 - Sardegna
Entro il 12 febbraio la decisione del gip sull’inchiesta con cinque indagati per corruzione e abuso d’ufficio
C’è l’ipotesi di opporsi all’archiviazione delle posizioni di Soru e Mannoni
Il difensore del costruttore: «Sto valutando il complesso degli atti»
MAURO LISSIA
CAGLIARI. La battaglia giudiziaria tra l’ex governatore Renato Soru e il costruttore Gualtiero Cualbu sul caso Tuvixeddu potrebbe non essere ancora arrivata al capolinea: con la richiesta di archiviazione depositata la scorsa settimana dal pm Daniele Caria le accuse avanzate da Cualbu contro la Regione - fra l’altro un progetto alternativo per il colle punico pagato con denaro pubblico e commissionato all’architetto francese Gilles Clement - sono sostanzialmente cadute insieme a quella di corruzione ipotizzata dalla Procura per lo stesso imprenditore: il progetto è stato pagato grazie a una sponsorizzazione privata e non c’è stata alcuna azione illegale da parte della Regione per fermare l’edificazione del colle punico da parte della Nuova Iniziative Coimpresa, gruppo Cualbu. Ma l’avvocato Agostinangelo Marras, che difende Cualbu, è impegnato in queste ore a esaminare le carte del procedimento, comprese le intercettazioni telefoniche depositate, per valutare la possibilità di presentare un’istanza di opposizione: «I termini scadono il 12 febbraio - ha spiegato l’avvocato Marras - e una decisione sarà presa non appena avrò chiaro il quadro complessivo degli atti».
Nel procedimento penale sul caso Tuvixeddu Cualbu è contemporaneamente parte offesa e indagato per corruzione ed è stato proprio dall’esposto presentato dal suo legale di fiducia che è partita l’indagine della Procura. Indagine che ha finito per coinvolgere lo stesso costruttore di Fonni, intercettato per mesi e coinvolto in una fitta sequenza di conversazioni con politici regionali e locali, da cui sembrano emergere situazioni e rapporti imbarazzanti. Ma è solo nella prima veste, quella di parte offesa, che Cualbu può chiedere al giudice dell’indagine preliminare che la richiesta di archiviazione venga respinta e che le indagini vadano avanti. L’avvocato Marras dovrebbe indicare nell’atto di opposizione quali ulteriori accertamenti devono essere fatti dalla Procura per arrivare alla verità. Se l’istanza venisse presentata - come appare più che probabile - e venisse accolta dal giudice il fascicolo oggi destinato all’archivio tornerebbe nelle mani del pubblico ministero. Di conseguenza Soru e Mannoni resterebbero indagati almeno sino alla chiusura della nuova fase dell’inchiesta. E’ chiaro però che la decisione del gip potrebbe riguardare l’intera architettura dell’inchiestam, quindi anche gli altri indagati sui quali - a giudizio del pm Caria - non sono emersi elementi sufficienti per il rinvio a giudizio con l’accusa di concorso in corruzione: lo stesso Cualbu, poi Valeria Santoni e Donatella Salvi, vale a dire la figlia dell’ex sovrintendente archeologico Vincenzo Santoni - che rimane l’unico indagato per tentato abuso d’ufficio e falso ideologico - e l’archeologa funzionaria della sovrintendenza incaricata di seguire i lavori nel colle punico di Cagliari.
Restano aperti gli interrogativi sul contenuto delle conversazioni telefoniche intercettate su ordine della Procura: quelle depositate in cancelleria e acquisite dai legali alla discovery degli atti non contengono «profili penalmente rilevanti». Come dire che nessuna delle persone coinvolte nell’attività di indagine ha commesso reati. Esistono poi i brogliacci - la sintesi del contenuto - e le registrazioni non trascritte, considerate non utilizzabili dalla Procura perchè esterne al procedimento su Tuvixeddu e quindi non depositate. Gli avvocati interessati alla causa potrebbero però chiederne la trascrizione e il deposito per valutarne il contenuto in chiave difensiva. I personaggi politici coinvolti sarebbero numerosi. Un intreccio fitto tra politica e affari, significativo perchè fotografato proprio nelle settimane che hanno preceduto le elezioni regionali vinte da Cappellacci.