Il racconto di Don Marco Lai
Anche uno che non si impressiona facilmente come lui («sono stato in Kosovo, in posti di guerra veri») è rimasto shockato da quell'ex fabbrica di bentonite dove tutto sembra crollarti addosso: «Per certi versi lì si sta peggio: ho visto situazioni da vero terzo mondo, a ogni passo avevo paura che cadesse qualcosa dal soffitto». Monsignor Marco Lai, parroco di Sant'Elia e direttore della Caritas diocesana, confessa di essere «molto contento» per quello che definisce un lieto fine: «I senegalesi di Giorgino andranno finalmente a vivere in appartamenti dignitosi. Sono tutti d'accordo e non potrebbe essere diversamente. Abbiamo già trovato gli alloggi, una decina in tutto, si trasferiranno in questi giorni». Ieri tre mediatori culturali si sono presentati alle 15 in viale Pula: l'obiettivo era quello di spiegare agli extracomunitari che vivono da anni nell'Edem Sarda che entro giovedì dovranno abbandonare il vecchio stabilimento. Poi hanno accompagnato una delegazione di immigrati a visitare le case che prenderanno in affitto da oggi.
LE CONDIZIONI Nell'edificio di due piani, che si affaccia sul porto canale di Macchiareddu, le condizioni igieniche e di stabilità sono più che preoccupanti. «È un miracolo che in questi anni ci sia stato un problema sanitario. Liquami dappertutto, disordine, tetti pericolanti. È in condizioni pessime», racconta monsignor Lai, che nei giorni scorsi ha visitato la fabbrica-dormitorio. «Ora vivranno in un altro contesto: questa è integrazione».
Che la fabbrica di bentonite - un minerale utilizzato nelle fonderie e anche per le comunissime lettiere per gatti - non fosse l'ideale per viverci è stato evidenziato a più riprese da tutte le relazioni di Cacip, Asl 8, Comune.
LE RELAZIONI Un documento firmato dai funzionari del Consorzio industriale proprietario dell'edificio, segnala pozzi neri irregolari, liquami che tracimano sui pavimenti, tetti fradici e decine di lastre d'amianto inzuppate d'acqua. Eppure per quasi vent'anni ha ospitato un numero fluttuante di senegalesi. Ora, secondo il recente censimento dell'assessorato alle politiche sociali, sono 42. Ma la stima tiene conto solo degli immigrati regolari. In alcuni momenti gli occupanti abusivi sono stati 120. Nell'ultimo periodo molti sono tornati in Patria per le festività di fine anno. Ma almeno una cinquantina di “abitanti stabili” era composta da clandestini, che però difficilmente si faranno trovare giovedì nelle stanze dell'Edem Sarda. Andrebbero incontro ad un arresto sicuro, con rimpatrio immediato. Invece se tutto andrà secondo le previsioni del comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico, lo sgombero sarà volontario e non ci sarà bisogno dell'intervento delle forze dell'ordine. Tutti i nord africani dovrebbero lasciare Giorgino su un autobus messo a disposizione dal Comune. ( m.r. )
09/02/2010