Le 38 famiglie che risiedono nelle case popolari contestano il raddoppio del canone
«Non ce ne andremo mai dalle nostre case: daremo battaglia su tutti i fronti e per far sentire più alta la nostra voce scenderemo in strada e bloccheremo il traffico in via Vesalio e via Torricelli». Ad annunciare clamorose azioni di protesta sono le 38 famiglie che risiedono da 25 anni in uno stabile popolare ormai fatiscente di via Chiabrera 26, al confine tra il Cep e Pirri.
Tre giorni fa hanno appreso che dal primo marzo il loro canone d'affitto mensile sarà raddoppiato e chi non pagherà verrà considerato "rinunciatario" e dovrà liberare l'appartamento entro il 10 marzo. La reazione ieri sera con tutti gli inquilini riuniti in un'infuocata assemblea nel piano pilotis del loro palazzo. «Ci vogliono mandar via ingiustamente dalle nostre case, ma noi ci opporremo», tuona Franco Secci, ex consigliere di circoscrizione residente in via Chiabrera. «L'aumento del canone è assurdo perché l'Agenzia regionale per l'edilizia abitativa (Area) sta applicando a nostro danno una normativa, la legge 431 del 1998, nata esclusivamente per gli affitti privati e non certo per l'edilizia popolare pubblica».
Gli inquilini, quasi tutti anziani titolari di una pensione minima, tre giorni fa sono rimasti allibiti quando hanno ricevuto la notifica dell'aumento del canone. Una brutta notizia che ha assunto toni drammatici per la 64enne Giulia Pau, rimasta vedova lo stesso giorno. «Dopo il funerale di mio marito ho ricevuto la raccomandata e mi sono ulteriormente disperata. Ora non so davvero come farò a tirare avanti da sola con 8 figli di cui 5 ancora a carico in un appartamento di appena 45 metri quadri che cade a pezzi. L'Area non può chiederci un canone doppio. È una vergogna e mi rivolgerò certamente a un avvocato».
Disperato, ma battagliero, Pasquale Salis, 59 anni. «Per protestare non pagheremo più l'affitto ad Area, non solo quello doppio ma nemmeno quello normale. Siamo pronti ad occupare la sede dell'agenzia (in via Cesare Battisti a Cagliari) se il provvedimento non sarà subito ritirato perché qui siamo tutti anziani e non si possono fare certe cose».
Alla riunione ha partecipato anche Federico Ibba, responsabile del comitato Civiltà e Sviluppo. «Gli abitanti di via Chiabrera sono dalla parte della ragione e li sosterremo in ogni loro iniziativa di protesta». Ignazio Brai, 59 anni, portavoce egli inquilini, ha auspicato un incontro urgente col presidente dell'Area Giorgio Sangiorgi. «Gli chiederemo che ci venga applicato un canone moderato». (p. l.)
20/02/2010