Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«L’esercito? È scandaloso»

Fonte: La Nuova Sardegna
19 giugno 2008

GIOVEDÌ, 19 GIUGNO 2008

Pagina 1 - Cagliari

di Roberto Paracchini 



Critica la sociologa Anna Oppo: «Decisione inutile e preoccupante»





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CAGLIARI. «Scandaloso», afferma Anna Oppo, coordinatrice del corso di laurea di Scienze sociali per lo sviluppo. Mandare a Cagliari l’esercito con funzioni di ordine pubblico, continua, «è scandaloso: innanzi tutto da un punto di vista simbolico perchè i soldati sono soldati e, in genere, per utilizzarli bisogna che ci siano situazioni veramente gravi e di grande emergenza. E queste non ci sono, nè a Cagliari, nè nelle altre città metropolitane che dovrebbero essere presidiate dai militari».
In secondo luogo, continua Anna Oppo, «questa scelta è mortificante anche per gli stessi soldati, abituati a missioni di ben altra importanza: vengono declassati al ribasso».
Tra le cose che più scandalizzano la sociologa è che tutto avvenga nel silenzio e che «nessuno si scandalizzi». Negli anni Sessanta del secolo scorso, in uno dei periodi più critici del banditismo, c’era stato l’invio dei caschi blu nel nuorese, senza alcun risultato se non quello di ampliare l’astio da parte della popolazione verso lo Stato. «Sì, ma allora - continua la sociologa - si trattava di un evidente atteggiamento colonialistico. Oggi la situazione è diversa. E mi chiedo che cosa ci stanno a fare i sindaci delle città in cui dovrebbe andare l’esercito: loro conoscono la situazione e sanno benissimo che i nostri problemi di microcriminalità non sono certo risolvibili con l’esercito». Nello stesso tempo va detto che «esiste un problema di percezione della sicurezza - precisa - che non corrisponde, però, ai dati reali di criminalità locale».
La questione, quindi, è quella di dare risposta a un’esigenza psicologica di insicurezza. In questa prospettiva Gian Carlo Deidda, presidente della Camera di commercio e dell’Ascom provinciale, pensa che «il presidio del territorio» sia necessario. «Se tutto questo (la presenza dell’esercito - ndr) - continua Deidda - diventa propedeutico all’aumento delle forze di polizia, coi commissariati di quartiere e i vigili di rione, allora va bene. Ma credo che si tratti di una questione temporanea». La presenza dell’esercito, affermano in molti, crea però una percezione negativa di un territorio, almeno dal punto di vista turistico... «Beh, noi abbiamo la fortuna di avere un grande reparto, come quello della Brigata Sassari che, anzi, è un simbolo rispettato della nostra isola. Poi i militari, immagino, che saranno dislocati in particolari punti della città e non dove vi sono i turisti. Ripeto: penso che sia una presenza transitoria, ad ogni modo importante per rispondere al senso di insicurezza». Sì, ma l’esercito è addestrato per determinati scopi, diversi da quelli dell’ordine pubblico. «Ma si ipotizza di mandarlo in tutte le città metropolitane». Come dire: che se Cagliari ne fosse stata esclusa qualcuno, chissà, si sarebbe potuto offendere. E avrebbe potuto interpretare questo «non esserci» come un «non considerare» il capoluogo dell’isola città metropolitana...
La realtà è che la percezione dell’insicurezza, spiega la Oppo, «deriva da un lungo terrorismo mediatico: siamo stati per anni sotto i riflettori con una forte amplificazione dei fatti di devianza e poi il tutto è stato raccolto in termini di voti e, ora, si passa all’esercito. Quella dei militari è una scelta mediatica che non guarda al contesto. È un fatto simbolico che non darà risultati, non risolverà i problemi. Il «terrorismo mediatico» ha, quindi, «creato un vero senso di insicurezza anche se non corrispondente a un’escalation dei crimini. A questo punto si è creato un altro delicato problema, quello creato dal contrasto tra l’intervento per colmare il senso di insicurezza e il rispetto dei diritti dei cittadini». Così capita, informa la docente, che le ragazze di una scuola superiore cittadina, «in un tema sui problemi della microcriminalità, abbiamo detto di avere timore di essere molestate da un extracomuntario. Ma qui in città questi giovani sono prevalentemente senegalesi e, anche per la loro religione (mussulmani), non penserebbero mai di dare fastidio a una donna. Infatti in un’altra piccola indagine, tra studentesse universitarie, nessuna ha affermato di essere mai stata molestata da un extracomunitario. E poi ci ritroviamo con l’esercito...».