Reportage

All'interno di un'area urbana in cui vivono 400.000 abitanti, il Parco Naturale Regionale Molentargius - Saline rappresenta un'area umida di gran valore naturalistico.

Molentargius : La Sardegna l'isola del sale

Il nome Molentargius è legato alla produzione del sale derivando da "su molenti", "l'asinello" utilizzato in passato per trasportare il sale estratto dalle saline.
La produzione di sale dal Medioevo fino a centocinquant'anni fa era garantita dal lavoro dei contadini obbligati a raccogliere e trasportare il sale a luglio e ad agosto. I contadini cercavano di opporsi al lavoro nelle saline, il cui ciclo produttivo coincideva con quello del grano. Era un compito da schiavi e in estate, negli stagni, si rischiava la malaria. Garantire la produzione e la manodopera fu un problema per tutti i proprietari delle saline di Cagliari.

I privilegi di Cagliari non permettevano che i cagliaritani lavorassero nelle saline. I centri circostanti fornivano manodopera. A partire dal Settecento ai contadini si aggiunsero i forzati che il governo sabaudo mandava dal Piemonte. Per loro il lavoro a Molentargius rappresentò solo una breve parentesi: morirono a decine ogni anno per la denutrizione, per la malaria, per i colpi di sole presi nelle saline.
Nel Settecento il sale era venduto in tutta Europa; nel porto c'erano le navi  provenienti da Stoccolma, Londra, Terranova in America, per portare via il sale prodotto a Molentargius. Le comandate per il sale furono abolite nel 1836, mentre gli ultimi forzati hanno lavorato fino al 1929.

Tutti i conquistatori dell'isola, dai fenici sino ai piemontesi, si dedicarono allo sfruttamento di questa preziosissima risorsa naturale. I primi i fenici, al loro arrivo trovarono già una fiorente produzione. Essi furono i primi ad intraprenderne l'esportazione da abili navigatori e commercianti quali erano. Caduto l'impero per le invasioni barbariche, il commercio del sale conobbe una battuta d'arresto durata alcuni secoli. I giudici di Cagliari concessero lo sfruttamento delle saline ai monaci vittorini di Marsiglia. Ad essi subentrarono i pisani che, dopo aver distrutto il giudicato di Cagliari nel 1258, presero il potere dando nuovo impulso all'attività estrattiva. Gli aragonesi assegnarono agli abitanti di Cagliari una concessione
annua di sale, mentre i re di Spagna introdussero il monopolio regio sul sale che in tutto il Regno era venduto al prezzo di "10 soldi a quartino". Fu il re Carlo Alberto, nel 1836, a decretare la fine di questa durissima prestazione servile. Dal quel momento in poi l'estrazione del sale fu affidata a manodopera libera. Negli ultimi secoli l'industria saliniera passò sotto il diretto controllo dello Stato che investì notevoli risorse per l'introduzione di moderni macchinari e la formazione del personale addetto alle attività estrattive. L'attività di estrazione svolta dalle Saline di Stato cessò definitivamente nel 1985 a causa dei notevoli danni ambientali ad essa connessa. Il primo progetto della salina risale al 1739, prima si estendeva su una superficie limitata ed era collegata al mare da canali rudimenatali. Tre grossi progetti modificarono in cento anni la fisionomia delle saline, con uno sbocco di sei km nel porto, vennero potenziati canali di immissione, furono costruiti nuovi fabbricati e furono bonificate le zone che oggi ospitano gran parte del quartiere La Palma.

Dopo il 1950 ci furono degli interventi. Fu costruita l'idrovora del Rollone, vennero potenziati i canali di approviggionamento, furono costruiti dei canali che permisero il trasporto del sale su chiatta, oltre che su rotaia, e vennero unite quelle zone che un tempo costituivano saline a sé.

Nel 1985, l'AAMS, gestore di Monopoli di Stato, interruppe la produzione del sale a causa dell'inquinamento rilevato nelle acque, e le saline furono chiuse. Da allora il Molentargius fu oggetto di un massiccio risanamento, non solo dal punto di vista ambientale, testimoniato dalla abbondante presenza di fenicotteri negli ultimi anni, ma anche per quel che riguarda il mantenimento delle strutture esistenti. Gli impianti restano comunque in funzione non tanto per la commercializzazione del sale, quanto per assicurare la circolazione delle acque nel complesso saliniero: fattore questo determinante per il mantenimento del biotopo dell'ecosistema di Molentargius.