Si chiama educazione scolastica specialistica. È il servizio di assistenza al disabile durante una parte dell'orario scolastico offerto da personale qualificato in aggiunta a quello docente. Può essere richiesto al Comune presentando la documentazione che certifica lo stato di disabilità dell'alunno. Il Servizio Sociale, insieme alla scuola, predispone quindi il piano individualizzato d’intervento.
Per garantire un’efficace integrazione scolastica, il Comune di Cagliari lavora in rete con altre strutture. Atteso da anni, nel Maggio del 2010 è stato siglato un Accordo di Programma tra l’ANCI, l’Ufficio scolastico regionale, le Province della parte meridionale dell’Isola e le Asl di Cagliari, Carbonia e Sanluri. Una serie di regole per il coordinamento tra enti locali, Ufficio scolastico e Azienda sanitaria. L’intervento si è reso necessario per evitare la dispersione delle risorse che ruotano intorno agli alunni disabili (oltre 400 solo nelle scuole cagliaritane) La procedura prevede che la disabilità sia certificata dall'azienda sanitaria attraverso un verbale e la diagnosi funzionale, entrambe poi consegnate dai genitori del disabile all'istituto scolastico del figlio. Sulla base della diagnosi funzionale, e d'intesa con i Servizi Sociali dell'ente locale, l'istituto scolastico elabora un piano educativo mirato per il disabile con la collaborazione dei genitori, dell'azienda sanitaria locale e di tutte le altre figure coinvolte nel cosiddetto Progetto di vita. Più in generale, per favorire l'integrazione, ogni istituto ha il compito di definire nel piano formativo l'organizzazione per l'accoglienza degli studenti diversamente abili e istituisce un gruppo di lavoro d’ handicap d'istituto. Di sua iniziativa, l’Istituto scolastico potrà inoltre segnalare ai Servizi Sociali i casi di alunni che manifestino evidenti difficoltà di apprendimento. L’informazione sarà inviata solo con il consenso dei genitori .
Sono invece le aziende sanitarie locali a prescrivere e fornire protesi e ogni altro strumento strettamente legato al deficit e offrire consulenza per l'individuazione di strumenti e sussidi didattici utili all'integrazione scolastica.
Le esperienze: "Insieme si vince", dunque, anche a scuola, soprattutto a scuola. Successi come quello conquistato da una ragazza di dodici anni non vedente e raccontato dalla sua insegnante: "Arrivò nella nostra scuola pubblica dopo avere frequentato le elementari all'istituto dei ciechi. Un cambiamento enorme per tutti: la ragazza, disorientata, si muoveva in un ambiente non familiare; i suoi insegnanti non conoscevano il braille e si trovavano in difficoltà ad organizzare le lezioni, come quelle che di norma prevedono l’uso della lavagna di classe; i compagni non sapevano bene come allacciare un rapporto con lei. Tutti percepivamo il disagio pur ostentando normalità". Grazie anche al piano d’intervento condiviso da famiglia, scuola e struttura educativa, le nubi si sono dissolte. "Abbiamo imparato tutti a lavorare in modo sereno e proficuo. La ragazza non vedente ha superato tante insicurezze, soprattutto relazionali, con il supporto dell'ambiente scolastico, che ha valorizzato le sue qualità e non l'ha fatta mai sentire diversa". E anche l'insegnante non manca di ribadire che "solo il coinvolgimento di tutti consente il buon esito dell'intervento".
Enrico e un altro alunno disabile. Anche la sua mamma ha sperimentato la forza dell'alleanza: "il giorno prima dell'inizio delle lezioni ho presentato Enrico al Consiglio d'istituto. Ho specificato le competenze, le preferenze, il suo livello di autonomia, come immaginava il suo futuro. Informazioni che non emergono dalla diagnosi funzionale". La stretta collaborazione con l'insegnante di sostegno ha inciso in profondità sul cammino verso l'autonomia di Enrico, come ricorda la madre: "Con l'insegnante abbiamo comunicato quotidianamente per tre anni sui rapporti di Enrico con i compagni e sui suoi progressi. Grazie a queste informazioni, ho anche avuto spunti di conversazione con mio figlio che così ha imparato a raccontare gli avvenimenti della vita scolastica". Un lungo cammino concluso con il trionfo: l'esame finale di terza media " (cinque prove) superato brillantemente dopo l'esposizione di una tesi sull'esperienza scolastica: 30 fotografie accompagnate da brevi didascalie elaborate da Enrico e inserite in una presentazione PowerPoint "Enrico ha usato la sua pen drive, ha avviato il programma è discusso la tesi". Una prova di maturità condivisa a 360° con i compagni. Enrico infatti ha voluto assistere ai loro esami. Questa si chiama integrazione. Non sempre riesce ma possibile.